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Tecniche di individuazioni di social botnets di Maurizio Tesconi

I Social Media hanno assunto un ruolo centrale nell’ecosistema dell’informazione e sono molto utilizzati in contesti come movimenti civili, sensibilizzazione politica, interventi nella sanità pubblica e nella gestione delle emergenze. 

Tuttavia, come tutti gli strumenti con grandi potenzialità nascondono anche grandi rischi: le cronache recenti hanno portato alla ribalta casi in cui i social sono stati utilizzati anche per fini eticamente discutibili, come la propaganda radicale, il reclutamento da parte di gruppi estremisti, la manipolazione del mercato azionario o la diffusione di false notizie.

In caso di intenzioni malevoli, come per manipolare o falsare le discussioni online, in genere i malintenzionati ricorrono a software in grado di controllare le azioni di un account, i cosiddetti social bot.

Il loro utilizzo è stato rilevato anche in contesti politici, per influenzare le opinioni e di conseguenza il voto dei cittadini. 

La materia è recente e in continua evoluzione, al punto che non esiste ancora un criterio ufficiale per classificare le centinaia di milioni di social bot che popolano le più popolari piattaforme, da Facebook a Twitter, e che si mimetizzano tra i nostri contatti. 

Distinguere i social bot dagli account reali non sempre è semplice. Alcuni sono facilmente individuabili, e si limitano a seguire gli altri account e diffondere spam, altri sono invece più complessi, capaci addirittura di sostenere una conversazione con un utente reale.

Per smascherare gli account falsi, i ricercatori devono prima di tutto capire quali sono i comportamenti che li distinguono dalle persone reali.

Le persone in genere hanno dei comportamenti molto più eterogenei: postano con discontinuità non rispettando orari o intervalli regolari e non sono sincronizzati né coordinati.

Nel mio intervento saranno mostrati numerosi studi della letteratura scientifica e le principali tecniche per l’individuazione automatica dei social bot.